America’s Cup, Day 3: il briefing mattutino

Dopo due giorni di regate della 36a America’s Cup e con il tabellone che indica due punti per ogni team, continua ad essere difficile separare il Challenger e il Defender.

In ognuna delle quattro regate, le partenze sono state cruciali e hanno giocato un ruolo importante nel determinare il risultato finale. Conquistare il vantaggio sulla linea di partenza ha messo sotto pressione entrambi i team. 

Inoltre, il vento leggero ma costante ha offerto poche corsie di sorpasso e mentre questo può aver ridotto le opportunità tattiche, ha rivelato quanto siano vicine le due barche quando si parla di velocità in linea retta.  Alla vigilia dell’evento gli skipper hanno sempre detto che credevano che due barche e due team fossero alla pari.  Questi commenti sono spesso visti come un modo per sviare l’attenzione dagli aspetti chiave delle prestazioni e delle tattiche. Qualcuno preferisce essere visto come sfavorito. Quello che dicono è quello che abbiamo, e viene dal riscontro quotidiano fatto sul campo. Oggi potrebbe esserci un cambiamento, dato che le regate si spostano in un nuovo campo e le previsioni meteo creano più fiducia.

Un sistema di alta pressione centrato sull’isola del sud continua a bloccare l’arrivo di tempo più umido e ventilato che arriva da ovest, ma sta anche mantenendo le velocità del vento basse sull’Isola del nord. Con l’inizio della giornata e il riscaldamento della terraferma, ci si aspetta che il vento di gradiente venga rinforzato da una termica che modificherà gradualmente anche la direzione.

“Ci aspettiamo 9-13 nodi da nord-est”, ha detto il direttore di regata Iain Murray al briefing del mattino, “e quindi abbiamo deciso di regatare sul percorso A”.

Come abbiamo visto finora, a differenza di molte Coppe precedenti, a queste macchine volanti serve solo una piccola finestra di vento decente per offrire una gara emozionante e il terzo giorno dell’America’s Cup sembra essere poco diverso dai precedenti.

Così, mentre la Coppa continua e la pressione aumenta, il timoniere di Emirates Team New Zealand Peter Burling ha riassunto bene le sensazioni di tutti: “Si tratta di vincere l’ultima regata, non la prima”.

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