A poche ore dalla presentazione ufficiale di Napoli come città ospitante della 38ª edizione dell’America’s Cup, prevista per il 2027, si solleva una tempesta istituzionale che coinvolge direttamente il Defender Emirates Team New Zealand e alcuni dei team più prestigiosi della vela mondiale. In prima linea, Alinghi Red Bull Racing e American Magic, che tornano a puntare il dito contro la gestione dell’evento e la mancanza di trasparenza nella scelta della sede.
Alinghi: “Una governance che tradisce lo spirito della Coppa”
Con una dichiarazione ufficiale, Alinghi Red Bull Racing ha spiegato le ragioni del proprio ritiro dalle selezioni per l’America’s Cup 2027, annunciato lo scorso aprile, esprimendo “fondati timori sulla gestione e sulla governance della Coppa da parte del Defender Team New Zealand”.
Il team svizzero accoglie con entusiasmo la scelta di Napoli come location, definendola “perfetta”, ma denuncia gravi irregolarità nel processo decisionale: “Team New Zealand non aveva alcun diritto di firmare un accordo con la città ospitante senza aver prima concordato il Protocollo con il Challenger of Record, Athena Racing”, si legge nella nota. L’accusa è chiara: vendere l’organizzazione della Louis Vuitton Cup, parte integrante delle regate, “senza averne i diritti”.
Secondo Alinghi, questa mancanza di concertazione mina la credibilità dell’evento: “Come si può approvare una sede senza sapere quale sarà il format della regata?”. La Société Nautique de Genève, club di Alinghi e già Trustee della Coppa, ha scritto al Royal New Zealand Yacht Squadron chiedendo spiegazioni e sollevando dubbi sul ruolo fiduciario esercitato da Team New Zealand.
American Magic: “Sosteniamo la denuncia di Alinghi”
In giornata è arrivato anche il sostegno di American Magic, che ha espresso “pieno supporto alle preoccupazioni espresse da Alinghi” e ha ribadito i propri timori sulla condotta di Team New Zealand. “Da dopo la fine della 37ª edizione, il Defender si è dimostrato riluttante a impegnarsi per un Protocollo trasparente ed equo”, ha dichiarato il team statunitense, sottolineando come “la decisione di accordarsi con Napoli senza il consenso del Challenger of Record rappresenti una grave violazione del ruolo fiduciario del Defender”.
American Magic ha infine chiarito che, in assenza di un nuovo Protocollo condiviso e trasparente, “non parteciperà alla 38ª America’s Cup Challenger Selection Series”.
Emirates Team New Zealand: “La scelta della sede spetta al Defender”
A stretto giro è arrivata la replica ufficiale di Emirates Team New Zealand, che ha rivendicato piena legittimità nell’aver scelto Napoli come sede della Coppa: “Come previsto dal Deed of Gift, la scelta della sede spetta al Defender”, si legge nella nota, ricordando inoltre che un Memorandum of Understanding con Athena Racing alla fine della 37ª edizione avrebbe conferito “diritto e obbligo pieno” al Defender per la scelta della venue.
Team New Zealand ha ribadito l’intenzione di lavorare con tutti i team per costruire una “partnership solida per il futuro dell’America’s Cup”, ma le fratture nel fronte delle squadre partecipanti sono ormai evidenti.
Una Coppa tra grandi speranze e grandi tensioni
Napoli si prepara ad accogliere il più prestigioso trofeo velico del mondo in un’edizione che potrebbe essere storica non solo per il ritorno in Italia, ma anche per le sfide che si stanno giocando dietro le quinte. La crisi di fiducia tra Defender e team sfidanti rischia di compromettere la serenità organizzativa di un evento che, da sempre, fonde sport, tecnica, prestigio e tradizione.
La strada verso la 38ª America’s Cup è ufficialmente iniziata, ma il vento che soffia sulla regata più ambita del mondo, almeno per ora, è tutto fuorché stabile.