Volvo Ocean Race: la flotta sulla linea dei ghiacci

I sei team impegnati nella quinta tappa della Volvo Ocean Race, manovrano al limite della linea dei ghiacci, con un vento leggero che non ci si aspetterebbe a queste latitudini. La testa della flotta si è ricompattata e la classifica è cambiata ancora una volta.

Le coordinate dell’ice limit , la linea che definisce la zona di interdizione alla navigazione per il rischio di incontrare iceberg, definite dal race control di Alicante sono state alla base della strategia della flotta nelle ultime ore. Le prime cinque barche stanno procedendo con strambate successive lungo una sorta di costa virtuale, molto vicine alla linea di demarcazione.

Come ovvio la reale zona di rischio reale si trova diverse miglia di distanza ma sulla base delle ultime informazioni ricevute sulla presenza di un iceberg a 75 miglia, gli organizzatori hanno deciso di spostare la linea più a nord.

MAPFRE e Dongfeng Race Team erano le barche che si trovavano nella posizione più meridionale e hanno dunque dovuto risalire, con prua verso nord-est nell’avvicinamento all’ice limit numero 7. il resto della flotta invece è sceso verso il punto, navigando su rotta sud-est, praticamente in rotta di collisione con la barca spagnola e cinese. I leader Team Alvimedica e Team Brunel sono passati di poco davanti alla prua di MAPFRE, costringendo gli spagnoli a strambare nuovamente.

Una volta che le barche si sono ricompattate non solo erano visibili l’una con l’altra sul sistema AIS (Automatic Identification System, che ha un raggio di 10 miglia) ma hanno anche cominciato a conversare via radio VHF. Sembra che lo skipper di Abu Dhabi Ocean Racing Ian Walker scherzando abbia detto che si aspettava di vedere il Race Director Jack Lloyd e il CEO della Volvo Ocean Race Knut Frostad arrivare su un gommone salutando e informando di avere appena riposizionato le boe, sventolando l’apposita bandiera M e suonando un segnare come avviene nelle regate costiere. Peccato che tutto questo avrebbe dovuto avvenire a qualcosa come 1.600 miglia dalla più vicina terra abitata… Jack Lloyd e Knut Frostad non sono su quel gommone, ma stanno monitorando la situazione da vicino dal Race Control center di Alicante, controllando che nessuna delle barche oltrepassi la linea.

La flotta ha continuato con manovre continue tutta la notte, scambiandosi più volte di posizione a causa di zone di aria leggera e salti di vento che sono più normali in una navigazione costiera che nel bel mezzo dell’oceano antartico. Tanto che a un certo punto, le quattro barche di testa si sono trovare a navigare in un raggio di appena 1 miglio.

Nella notte europea Dongfeng ha effettuato un buon recupero, come pure hanno fatto le veliste di Team SCA, che sono il team che ha ripreso più miglia sui leader, oltre 40. Sfortunatamente anche la barca magenta presto si ritroverà nell’aria leggera dove sono i battistrada.

All’ultimo rilevamento tutto è cambiato di nuovo. Dongfeng Race Team ha tenuto una rotta più meridionale e ha recuperato altre 24 miglia e ora si trova a condurre sul gruppetto dei quattro che hanno battagliato più a nord: Team Alvimedica, Team Brunel, Abu Dhabi Ocean Racing e MAPFRE. Ma le distanze sono minime, sotto le dieci miglia. Team SCA ha ripreso altro terreno e si trova a meno di 86 miglia e fa registrare la velocità maggiore, con oltre 14 nodi.

La flotta dovrà navigare ancora qualche ora prima di raggiungere l’ice limit numero 8, dopo il quale le barche potranno decidere di andare ancora verso sud per arrivare fino alla latitudine di 60° sud, anche se il routing attuale prevede che possano tenersi intorno ai 56° sud, dove comunque le condizioni sono tutto tranne che confortevoli.

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