Salone Nautico 2025: il Nord Est guida la nautica italiana, Venezia e Trieste tra le città con più armatori 

Presentata al Salone Nautico di Genova l’analisi dell’Osservatorio Nautico Nazionale: il Nord Est si conferma area di riferimento per il diporto, con Venezia e Trieste nella top 10 dei Comuni con più armatori.

Giovedì 18 settembre, nella cornice della 65ª edizione del Salone Nautico Internazionale di Genova, l’Osservatorio Nautico Nazionale di Confindustria Nautica ha presentato la prima analisi dettagliata sugli armatori italiani e le loro unità da diporto. La relazione, esposta da Roberto Neglia, responsabile dei rapporti istituzionali di Confindustria Nautica, offre una fotografia aggiornata del diportista italiano, con focus su età, provenienza geografica, tipologia di imbarcazioni e tendenze del settore.

Il Nord Est al vertice del diporto italiano

Dall’indagine emerge che il Nord Est raccoglie il 25% degli armatori italiani, ponendosi come la macroarea con il maggior peso relativo. Un dato che conferma la forte tradizione nautica dell’Adriatico e del territorio veneto-friulano, trainato da una cultura marinara radicata e da infrastrutture portuali in continua crescita.

Tra i Comuni con la più alta concentrazione di armatori figurano anche Venezia e Trieste, che insieme a Roma, Milano e Napoli compongono la top 10 nazionale. Un risultato che testimonia il ruolo strategico delle città lagunari e di confine nello sviluppo della nautica da diporto in Italia.

Il profilo del diportista italiano

Secondo l’analisi, l’80% degli armatori ha più di 50 anni, con un’età media compresa tra i 60 e i 75 anni. Le donne rappresentano una quota ancora minoritaria (13%), ma in crescita, con un’età media più bassa rispetto agli uomini.

Il diportista tipo possiede un’unità di 10-12 metri, costruita tra il 2000 e il 2009 e motorizzata entrobordo. Nel Nord Est, in particolare, il mercato della vela mostra performance superiori alla media nazionale, segno di una tradizione sportiva radicata che convive con il motore.

I giovani e il diporto

Lo studio ha dedicato un focus ai diportisti under 40: il Mezzogiorno guida la classifica nazionale con oltre il 25%, ma anche il Nord Est si distingue con un significativo 18% di armatori giovani, una percentuale superiore rispetto al Nord Ovest e al Centro. Trieste risulta tra le città con la maggiore incidenza di diportisti under 40, a dimostrazione di un ricambio generazionale che, seppur limitato, appare più dinamico che altrove.

l profilo del diportista italiano

Dallo studio emerge che l’80% degli armatori italiani ha più di 50 anni, con una concentrazione marcata nella fascia 60-75 anni. Le donne rappresentano il 13% del totale, quota ancora minoritaria ma in crescita, con un’età media più bassa rispetto agli uomini. La residenza è prevalentemente urbana, con Roma e Milano in testa, mentre per macroarea prevale leggermente il Nord-Est.

Il proprietario tipo possiede un’unità di 10-12 metri, con motorizzazione entrobordo e costruita tra il 2000 e il 2009.

  • Il 45% ha tra i 60 e i 75 anni
  • Il 26% è nella fascia 50-59 anni
  • Il 10% ha tra i 40 e i 49 anni
  • Solo il 4% rientra nella fascia 30-39 anni

Il Mezzogiorno si distingue come la macroarea con la maggiore incidenza di giovani diportisti under 40, soprattutto nella fascia 30-39 anni, che qui rappresenta oltre il 25% del totale nazionale.

Motorizzazioni e tipologia delle imbarcazioni

Il 73% delle unità è dotato di motorizzazione entrobordo, mentre le barche a vela mostrano una distribuzione più trasversale tra le fasce d’età, con un appeal maggiore presso un pubblico diversificato. La fascia di potenza più diffusa è quella 251-999 CV (35%), seguita da quella 40-115 CV (22%).

Dal punto di vista geografico, la barca a motore è scelta soprattutto nel Mezzogiorno (73%) e nelle Isole (61%), mentre nel Nord e nel Centro Italia la vela conquista quote di mercato più rilevanti.

Tendenze e mercato

Il 35% delle unità censite è stato costruito prima del 2000, mentre meno del 10% dopo il 2020. Interessante anche il dato sugli ormeggi: forte pressione nel Centro-Nord e nella provincia di Napoli, mentre il Mezzogiorno mostra un deficit per gli ormeggi in transito.

Dal punto di vista economico, il settore ha vissuto un andamento altalenante:

  • 2000-2007: fase espansiva con fatturato e immatricolazioni in crescita, fino a oltre 800 nuove unità iscritte all’anno.
  • 2009-2014: calo drastico a causa della crisi globale e delle politiche fiscali interne (tra cui la cosiddetta “tassa Monti”), con immatricolazioni scese sotto le 200 unità annue.
  • Dal 2015: ripresa progressiva del fatturato, che ha raggiunto nel 2024 il record storico di 8,6 miliardi di euro, mentre le immatricolazioni restano su livelli bassi rispetto al passato.

Lo studio conferma dunque come la nautica italiana sia un settore dinamico, caratterizzato da una forte componente metropolitana, da un progressivo invecchiamento della base degli armatori ma anche da segnali di apertura verso nuove generazioni e una crescente presenza femminile.

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