Il Salone Nautico di Venezia si conferma ancora una volta laboratorio d’innovazione e vetrina della nautica del futuro. Tra i padiglioni dell’Arsenale e lungo le acque della laguna, l’edizione 2025 – aperta fino a lunedì 2 giugno – mette al centro la sostenibilità, con una presenza massiccia di imbarcazioni a propulsione elettrica, ibrida e a idrogeno. Un segnale forte da parte di cantieri e costruttori che, attraverso la ricerca e lo sviluppo, stanno traghettando il settore verso una nuova era.
Fin dal suo esordio, il Salone ha dato spazio a tecnologie green, ma quest’anno il salto qualitativo è evidente. L’ammiraglia della manifestazione, il superyacht Almax di Sanlorenzo, ne è esempio emblematico: lungo 50 metri, utilizza metanolo e idrogeno per alimentare i sistemi di bordo, riducendo drasticamente l’impatto ambientale delle sue funzioni “hotellerie”.
A popolare i pontili, tanti modelli innovativi. Dalla Svezia arriva X-Shore, che abbina eleganza scandinava e performance elevate; seguono le elettriche E-Dyn e Colombo 25 – quest’ultima motorizzata Huracan – nate per unire velocità e sostenibilità. Design avveniristico e vivibilità d’eccellenza per il nuovo open E23 di De Antonio, mentre la portatile Temo conquista per la sua genialità: un motore leggero e maneggevole, ideale per chi vuole spostarsi sull’acqua… senza nemmeno un remo.
Tra le stelle più ammirate, la Frauscher 850 Fantom Air in collaborazione con Porsche, già premiata come Powerboat of the Year 2025: un gioiello sportivo 100% elettrico che monta la stessa tecnologia del nuovo SUV Macan.
Non mancano le italiane di carattere, come Vita ed Huracan, che spingono sull’estetica e sulla raffinatezza tecnica, e le proposte internazionali come quelle cinesi di Hangzhou o le linee moderne di Aquatics. L’innovazione si estende anche al segmento della pulizia marina, con il “netto elettrico” Maxima 740 di Barche Bellandi e l’italiana CyberCat di Belisama, una barca tecnica per la raccolta dei rifiuti marini dal design futuristico.
L’idrogeno entra in scena anche grazie a DhammaBlue, che propone un sistema di propulsione privo di idrocarburi, e si fa protagonista in laguna con il debutto del primo motobattello ibrido di Actv, nato in collaborazione con Vulkan Italia: sarà ormeggiato sotto l’opera Le mani di Lorenzo Quinn, diventando simbolo visibile della mobilità sostenibile veneziana.
A rafforzare il valore dell’evento è la certificazione ISO 20121, confermata anche per quest’anno. Si tratta del più importante standard internazionale sulla sostenibilità degli eventi, che coinvolge ogni aspetto dell’organizzazione: dalla gestione energetica alla logistica, fino al riciclo dei rifiuti.
Ma Venezia non dimentica le sue radici. Il Wood Village, con le sue imbarcazioni in legno e i maestri d’ascia al lavoro, racconta un artigianato che continua a essere attuale, dove la sostenibilità si sposa con la tradizione. In un mondo che guarda al futuro, il legno – materiale naturale e rinnovabile – resta protagonista.