Ac 75: Stessa classe, progetti differenti

Il tanto atteso varo dei primi due monoscafi AC75 “volanti” da parte del Defender Emirates Team New Zealand e del Challenger statunitense NYYC American Magic non ha lasciato delusi gli appassionati di Coppa America che attendevano con impazienza di vedere gli AC75 in acqua.

Emirates Team New Zealand è stato il primo a rivelare ufficialmente la sua imbarcazione nel corso di una cerimonia che si è svolta nelle prime ore della mattina del 6 settembre. Caratterizzata dalla familiare livrea rossa nera e grigia del team, l’AC75 kiwi è stata battezzata con il nome Maori di “Te Aihe” (Delfino).

Nel frattempo, gli americani hanno in qualche modo rotto con il protocollo eseguendo una serie di test sull’acqua non annunciati e sono stati di fatto il primo team a navigare sui foil con il loro AC75. La cerimonia ufficiale del varo si è svolta solo in seguito, il 14 settembre, quando la loro imbarcazione dalla livrea blu scura è stata battezzata “Defiant”.

Ma non è di certo solo la grafica a differenziare le prime due imbarcazioni di questa 36^ America’s Cup, è stato infatti chiaro sin da subito che le scelte progettuali sono state differenti. A una prima comparazione sembra che i team abbiano interpretato la Regola di Classe degli AC75 in maniera diversa soprattutto per quanto riguarda la forma dello scafo e le appendici.

Mentre i neozelandesi hanno optato per una prua che è – per mancanza di una parola migliore – “appuntita”, gli americani hanno intrapreso una strada completamente opposta scegliendo una forma più bulbosa. Ma le differenze tra i due AC75 non finiscono qui, un approccio molto diverso è stato anche adottato per quanto riguarda le sezioni sommerse dello scafo.

American Magic sembra avere un profilo molto piatto, mentre la barca di Emirates Team New Zealand ha un pronunciato rigonfiamento longitudinale che corre praticamente da prua a poppa.

L’opinione generale è che il progetto dei neozelandesi abbia lo scopo di consentire alla barca di fare foiling il prima possibile – con lo svantaggio di avere poca stabilità – mentre gli americani sembra abbiano scelto la stabilità come obiettivo primario del loro AC75.

Nonostante le differenze è tuttavia possibile evidenziare anche delle somiglianze ad esempio nel layout della coperta. Entrambi i team hanno infatti una coperta divisa in due pozzetti separati dove l’equipaggio può operare interferendo il meno possibile con l’aerodinamica dello scafo. Ci saranno molti cambiamenti nel modo in cui si navigherà su queste barche ma, per ora, sembra che entrambi i team avranno i grinder in posizioni fisse, non si sposteranno quindi da un lato all’altro durante le manovre.

Con i foil ormai parte integrante dell’America’s Cup, un aspetto essenziale su cui si sono concentrati i progettisti è sicuramente quello di renderli più performanti. Ancora una volta disegnare la forma, l’ampiezza e lo spessore delle ali è stata una questione di compromesso tra velocità e stabilità.

La strada scelta dai due team è stata molto diversa. Emirates Team New Zealand monta due foil diversi fra loro: uno con un angolo anedrico e l’altro piatto. American Magic, al contrario, ha due ali dei foil apparentemente molto simili per quanto riguarda la forma. Questo probabilmente è dovuto al fatto che i kiwi stanno ancora testando soluzioni diverse mentre gli americani, avendo navigato molto con la barca test, potrebbero essere già arrivati ad alcune conclusioni chiave.

Dato che ci sia aspetta che i team costruiscano e testino più ali nel corso di questo ciclo di Coppa America è probabilmente troppo prematuro trarre delle conclusioni su questo argomento.

Dopo quasi una decade, le vele tradizionali tornano in America’s Cup e molta attenzione è stata posta dai team nel nuovo concetto di doppia randa della Regola di Classe. La principale e visibile differenza tra i due team sta nella posizione del boma rispetto alla base della randa: gli americani sembrano infatti avere un boma tradizionale mentre quello dei neozelandesi è più simile ai boma utilizzati sull’ultima generazione dei catamarani Classe A.

Nonostante le differenze, è importante sottolineare come entrambe le barche abbiano navigato sui foil (apparentemente in maniera stabile) dopo poche ore aver toccato l’acqua per la prima volta. Un risultato degno di nota per entrambi i sindacati e per la stessa Regola di Classe.

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