A Massimo Schiavon il Trofeo dell’Adriatico Dinghy

Termina con quattro prove la 52ª edizione del Trofeo dell’Adriatico per la classe Dinghy, che si è disputata nel corso del weekend a Chioggia grazie all’organizzazione del Circolo Nautico Chioggia. 

Due splendide giornate di sole, con una leggera brezza dal secondo quadrante sono state la cornice perfetta per poter portare a termine l’intero programma di una delle manifestazioni più longeve a livello nazionale.
Ad aggiudicarsi la vittoria finale, così come il primo posto al termine della prima giornata che consentiva l’assegnazione del Trofeo Malieni, è stato il padrone di casa Massimo Schiavon, in forza al Circolo Nautico Chioggia, con una serie di quattro primi posti su altrettante prove. Seconda posizione per Mendini Carlo che si aggiudica anche il trofeo Bertotto riservato agli Over 65, mentre terzo è Maria Elena Balestrieri. Il primo dinghy classico classificato, cui va il memorial Silvano Voltolina è infine quello di Favaro Paolo.

Un legame particolare quello che lega la città di Chioggia alla classe del singolo non olimpico più diffuso in Italia, che proprio in riva alla laguna trova una delle flotte storiche, da sempre tra le più attive e numerose nel panorama velico nazionale. 

Il Trofeo dell’Adriatico è uno dei primi trofeo challenge istituiti dal sodalizio velico chioggiotto, che proprio quest’anno festeggia i 70 anni di attività, ma che è anche senza alcun dubbio una delle più antiche regate della Classe su tutto il territorio nazionale. Istituito per la prima volta nel 1968 – a nemmeno 20 anni di distanza dalla fondazione del Circolo stesso – è stato puntualmente organizzato e corso ogni anno, ad eccezione del 2009 e del 2017. 

La manifestazione vanta un albo d’oro con nomi di tutto rispetto che nel tempo si sono susseguiti sul gradino più alto del podio: dai campioni di case come l’indimenticato Ezio Donaggio, che vanta il record assoluto di vittorie, ad Egidio Zambonin e Roberto Ballarin. Ma anche il campione del mondo Fabrizio Brazzo, il monfalconese Sergio Michael e lo stesso Massimo Schiavon. 

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