Guardia Costiera ed Arpav per il monitoraggio delle acque venete

Nell’ambito delle attività di tutela del patrimonio ambientale costituito dall’ecosistema marino dell’Adriatico, nella mattinata di oggi 12 marzo, personale della Guardia Costiera di Venezia e tecnici dell’Azienda Regionale per la Prevenzione e Protezione Ambientale del Veneto (ARPAV) hanno effettuato dei campionamenti mirati presso la piattaforma “Acqua Alta” del C.N.R., sita al largo della bocca di Porto di Malamocco, a circa 8 miglia dalla costa.

Coadiuvati da una unità navale in superficie, militari del 1° Nucleo Operatori Subacquei di San Benedetto del Tronto si sono immersi nelle acque circostanti la struttura del C.N.R. prelevando appositi campioni di materiale biologico poi consegnato al personale dell’ARPAV per le successive analisi e valutazioni.

L’intervento si inserisce all’interno del Progetto PROMOSTRAT di cui alla Strategia Marina del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare finalizzato alla ricerca e monitoraggio di eventuali «specie aliene» immesse nell’ambiente marino attraverso le acque di zavorra delle navi in transito nel Mare Adriatico.

Occorre ricordare che la missione istituzionale di protezione dell’ambiente marino e prevenzione dei rischi connessi alla contaminazione delle matrici ambientali specifiche che fa capo, nell’ambito delle rispettive competenze, sia alla Guardia Costiera sia all’Arpav, ha come obiettivo anche quello di salvaguardare gli ecosistemi resi più vulnerabili da fattori di perturbazione esterni che stanno determinano trasformazioni importanti nella fauna e flora del Mediterraneo.

Uno di questi fattori sono proprio le «specie aliene» ovvero quelle che, a causa dell’azione dell’uomo, si trovano a colonizzare un territorio diverso da quello originario e che possono essere sia di tipo vegetale che animale.

Solo nel Mediterraneo si contano oltre 3000 «specie aliene» di cui oltre il 15% invasive; le nuove specie entrano subito in competizione con quelle mediterranee e molto spesso risultano predominanti.

La diffusione di «specie aliene» può alterare gli equilibri ecologici e costituire una diretta minaccia per gli habitat e le altre specie, nonché per la salute umana.

Una delle cause di diffusione di queste «specie aliene» sono le acque di zavorra delle navi e gli organismi adesi agli scafi: lo scopo dell’attività odierna – che si ripeterà anche al termine del periodo estivo – è stata appunto quella di analizzare l’eventuale presenza di tali organismi al largo della bocca di Porto di Malamocco, area di navigazione dei flussi navali che transitano in Adriatico.

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