Oltre 100.000 persone hanno partecipato alla notte del Redentore, con uno spettacolo pirotecnico ispirato a Giacomo Casanova firmato Parente Fireworks
Nella notte più attesa dai veneziani, la Festa del Redentore 2025 ha saputo unire ancora una volta tradizione, fede e spettacolo in un evento che ha toccato il cuore di oltre 100.000 persone. L’edizione di quest’anno ha reso omaggio al trecentesimo anniversario della nascita di Giacomo Casanova, simbolo della libertà, della parola e dell’amore, attraverso uno spettacolo pirotecnico poetico e carico di suggestione.
A firmare lo show è stata la storica azienda Parente Fireworks, che ha ideato “Casanova e l’Amore”, uno spettacolo che ha preso vita nel cielo veneziano a partire dalle 23.30, trasformando il Bacino San Marco in un palcoscenico di luci e riflessi. Circa 30.000 persone hanno seguito l’evento dall’acqua, a bordo di oltre 4.000 imbarcazioni ormeggiate in uno dei luoghi più iconici della città, mentre altre 45.000 si sono distribuite lungo le rive cittadine: dalle Zattere alla Piazzetta San Marco, da Riva degli Schiavoni fino alla Giudecca. Tanti altri hanno goduto dello spettacolo da postazioni più raccolte, nelle aree non soggette a contingentamento, come Sacca Fisola, Sant’Elena, il Lido e la prima parte delle Zattere, immersi nel silenzio della notte, rotto solo dal fragore dei fuochi e dagli applausi spontanei.
Il sindaco Luigi Brugnaro ha sottolineato il valore simbolico della ricorrenza, definendo il Redentore “un grande rito collettivo che coniuga fede e popolarità”, un momento in cui tutti diventano protagonisti, chi in barca, chi lungo le rive o dalle altane, ma sempre con lo sguardo rivolto al cielo e al futuro. Brugnaro ha anche rivolto un pensiero ad Alberto Trentini, ancora prigioniero in Venezuela, esprimendo solidarietà alla sua famiglia, e ha ricordato Valeria Solesin, la giovane veneziana vittima della strage del Bataclan, la cui memoria continua a vivere in ogni gesto che parla di impegno e speranza. Per il sindaco, il Redentore è una festa nata dalla gratitudine dopo la peste, ma oggi più che mai rappresenta il bisogno di ritrovarsi, di resistere insieme e credere nel futuro.
Lo spettacolo ha regalato quaranta minuti di pura meraviglia, in un crescendo emozionante fatto di cuori rossi, stelle, cerchi luminosi e cascate di luce che danzavano sopra la laguna. Ogni fuoco sembrava evocare un ricordo, un amore o uno sguardo rubato tra le calli veneziane, mentre il rosso ardente e l’oro scintillante dominavano la scena, richiamando l’eleganza senza tempo della Serenissima. Sul piano tecnico, lo show ha coinvolto un fronte di sparo di oltre 400 metri, con migliaia di fuochi lanciati da zattere e pontoni ormeggiati nel cuore della laguna, in uno spettacolare gioco di riflessi sull’acqua.
La sicurezza dell’evento è stata garantita da un sistema di accesso contingentato e regolato, sia per il pubblico a terra che per le imbarcazioni. Tutto si è svolto regolarmente, grazie anche all’impegno degli operatori coinvolti nell’organizzazione e nella gestione logistica.
Ma il Redentore non è stato solo San Marco. Anche altre zone della città, come Asseggiano, Malcontenta e Pellestrina, hanno festeggiato con fuochi d’artificio, mentre a Murano, Marghera e Gazzera la serata è stata animata da musica e intrattenimento.
In questa notte sospesa tra sacro e profano, tra passato e presente, Venezia ha riscoperto la sua anima più autentica. E nel cuore della laguna, mentre l’ultimo bagliore si spegneva tra i riflessi dorati sull’acqua, Casanova è tornato, con le sembianze di un mito eterno, che si accende e si dissolve nella bellezza della città che non smette mai di sognare.

