America’s Cup STORY: Azzurra, la barca che portò la vela italiana dalle pagine sportive alle prime pagine dei quotidiani 

Nel 1983 Azzurra rivoluzionò la percezione della vela in Italia, trasformandola in un fenomeno nazionale. Una storia di passione, orgoglio e ambizione che oggi vive nella 38ª America's Cup in programma a Napoli nel 2027.

L’Italia è uno dei Paesi con la tradizione più appassionata e affascinante nel panorama dell’America’s Cup. E tutto ebbe inizio nel 1983, quando Azzurra, la prima vera sfida italiana alla “Coppa delle 100 ghinee”, cambiò per sempre il rapporto tra la vela e l’opinione pubblica del nostro Paese.

Quel progetto, sostenuto da due icone come Gianni Agnelli e Sua Altezza l’Aga Khan, trasformò una barca a vela in un simbolo nazionale, rendendo l’equipaggio eroe di un’epoca. È proprio grazie ad Azzurra se oggi si è giunti alla Louis Vuitton 38ª America’s Cup, che nel 2027 sarà ospitata in Italia, a Napoli, segnando una nuova era per la vela tricolore.

Un’estate azzurra tra calcio e vela

Il 1982 fu un anno spartiacque. L’Italia, appena uscita vittoriosa dai Mondiali di calcio in Spagna, si preparava a un’altra sfida epica. Solo otto giorni dopo la vittoria in finale contro la Germania, il 19 luglio 1982, fu varata a Pesaro la barca Azzurra, con la sua iconica livrea nei colori della Nazionale.

Il battesimo fu affidato alla principessa Salimah, moglie dell’Aga Khan, che divenne madrina affettuosa sia della barca che dell’equipaggio. L’Italia, ancora immersa in una crisi economica post-petrolifera, si aggrappò all’entusiasmo sportivo, e Azzurra divenne rapidamente un fenomeno mediatico e culturale.

Un sogno Made in Italy

Dietro Azzurra si celava una visione: realizzare una sfida interamente italiana. Il consorzio guidato dallo Yacht Club Costa Smeralda, con l’Aga Khan come presidente, vide la partecipazione di figure del calibro di Luca Cordero di Montezemolo, Cino Ricci, il progettista Andrea Vallicelli, e il costruttore Marco Cobau.

Il ruolo di timoniere fu affidato a Mauro Pelaschier, olimpionico e volto iconico di quella sfida. La sua barba, il carisma e l’istinto in acqua lo resero una vera star. La barca si allenò contro l’ex imbarcazione americana Enterprise, affinando le tecniche di match-race anche grazie ai consigli del leggendario Tom Blackaller.

Azzurra conquista Newport

Nel 1983, Azzurra partecipò alla prima Louis Vuitton Cup, la selezione ufficiale degli sfidanti dell’America’s Cup. In un campo regate altamente competitivo, chiuse con 24 vittorie su 49 regate, conquistando l’accesso alle semifinali.

La sconfitta contro Australia II — la barca che avrebbe infranto il dominio secolare del New York Yacht Club — non oscurò la gloria italiana. Anzi, ne alimentò il mito: Azzurra tornò in patria accolta da una folla oceanica, come una rock band dopo un tour mondiale. Le sue divise, gli elicotteri personalizzati, le feste e lo stile italiano diventarono leggenda.

Un’eredità che guarda al futuro

L’effetto Azzurra fu dirompente. La vela, da disciplina di nicchia, si trasformò in una passione nazionale. Da quella prima avventura nacquero nuove sfide: Azzurra II nel 1987, Il Moro di Venezia nel 1992, Luna Rossa nel 2000 e 2021. E oggi, l’Italia è ancora protagonista con Napoli scelta come sede della 38ª America’s Cup.

Lo Yacht Club Costa Smeralda continua a onorare la sua storia con il programma Young Azzurra, mentre lo scafo originale del 1983 è oggi conservato a Porto Cervo, simbolo immacolato di una rivoluzione sportiva.

La visione dei pionieri

Senza l’ambizione di uomini come l’Aga Khan, Gianni Agnelli, Pasquale Landolfi, Mario Violati e Montezemolo, l’Italia non avrebbe mai creduto di poter sfidare i giganti del mare. Azzurra rappresentò molto più di una barca: fu un sogno collettivo che unì un Paese e scrisse una delle pagine più memorabili dello sport italiano.

Nel 2027, a Napoli, quel sogno vivrà ancora. E tutto ebbe inizio con un varo a Pesaro, il 19 luglio del 1982.

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