Tensioni in Coppa America: Accuse incrociate e futuro incerto

Con l’annuncio ufficiale di Napoli come città ospitante della 38ª edizione dell’America’s Cup nel 2027, l’Italia torna protagonista sulla scena della vela mondiale. Il Golfo partenopeo si prepara ad accogliere la più antica competizione sportiva internazionale, promettendo spettacolo e visibilità senza precedenti. Ma dietro l’entusiasmo istituzionale e popolare, il clima nel mondo della Coppa è tutt’altro che sereno: lo scenario è dominato da tensioni tra i team, accuse pubbliche e risposte al vetriolo.

A scuotere l’ambiente sono state le dichiarazioni di Athena Racing, Challenge of Record, che ha criticato apertamente Emirates Team New Zealand – il Defender neozelandese – accusandolo di mancanza di trasparenza nella gestione del Protocollo e nei processi decisionali. Le parole del team greco hanno fatto rapidamente eco nella comunità velica, rafforzate dall’intervento di American Magic, che ha manifestato preoccupazione per quello che definisce un crescente squilibrio nei rapporti tra il Defender e gli sfidanti. Il team statunitense ha parlato di scarsa equità, lamentando un atteggiamento sempre più autoreferenziale da parte dei neozelandesi.

La replica di Emirates Team New Zealand non si è fatta attendere. Con un comunicato diffuso il giorno successivo, i kiwi hanno respinto con forza ogni accusa, parlando di critiche infondate e strumentali. Secondo il Defender, i team accusatori starebbero cercando di mascherare i propri ritardi e difficoltà operative con attacchi mediatici volti a destabilizzare il processo in corso. La polemica si è fatta così ancora più accesa, tanto da spingere i neozelandesi a pubblicare una prima bozza del nuovo Protocollo per l’edizione 2027, nel tentativo di dimostrare trasparenza e correttezza nella gestione della competizione.

Proprio questo documento ha introdotto alcune novità significative: la conferma dell’utilizzo degli AC75 come classe per la regata principale, l’eliminazione dei cosiddetti “cyclors”, e una nuova regola sulla nazionalità dei velisti, che limita l’ingresso di stranieri ai soli atleti che non abbiano partecipato all’edizione precedente. Quest’ultima modifica ha già sollevato alcune critiche, in particolare da parte di chi vede nella decisione una mossa per escludere avversari scomodi, come il neozelandese Peter Burling.

Luna Rossa, in questo clima rovente, ha scelto una via diversa. Nessuna presa di posizione, nessun comunicato: solo lavoro. Il team di Patrizio Bertelli capitanato da Max Sirena è stato infatti la prima squadra a scendere in mare con l’AC40, confermando il proprio impegno concreto e la volontà di lasciar parlare le prestazioni. Una scelta che, in un contesto di tensioni e accuse, appare come un ritorno alla centralità dello sport, in perfetto stile Prada Pirelli.

Intanto Napoli si prepara a scrivere una nuova pagina di storia. La Coppa, tra le polemiche e le manovre politiche, tornerà nel cuore del Mediterraneo, promettendo un evento senza precedenti per l’Italia e per la città. Ma la strada da qui al 2027 si preannuncia lunga e tutt’altro che tranquilla. E allora, di fronte a tutto questo, la domanda resta legittima: America’s Cup, che succede davvero?

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