Il porto commerciale di Venezia amplia la sua accessibilità nautica: Via libera alle navi fino a 335 metri

Il porto commerciale di Venezia estende l’accessibilità nautica potenziando la sua attrattività internazionale come gateway italiano per le rotte oceaniche. L’emanazione di un’apposita ordinanza da parte della Capitaneria di Porto, annunciata oggi in conferenza stampa, dà efficacia immediata ai recenti lavori di adeguamento del Bacino di Evoluzione n.3 lungo il canale Malamocco Marghera svolti dall’Autorità di Sistema Portuale.

L’ordinanza 36/2018 emanata dalla Capitaneria di Porto di Venezia prevede l’accesso al porto, attraverso il canale Malamocco Marghera, di navi con pescaggio fino a 11,5 metri e lunghezza massima di 335 metri, in luogo del limite di 300 metri precedentemente in vigore.

Le operazioni di escavo di un’area a ridosso dell’isola dei Petroli, parte integrante del Piano Operativo Triennale 2018-2020 dell’Autorità di Sistema Portuale, si sono protratte per un mese circa dalla fine di aprile alla prima settimana di giugno e hanno portato i fondali alla quota prevista dal Piano Regolatore Portuale. Entro la fine di luglio si concluderanno anche gli escavi a ridosso della sponda ovest del Canale Industriale Ovest.

L’ampliamento dell’accessibilità nautica del porto permetterà di rinforzare la tratta oceanica, che è già attiva tra Venezia e l’Estremo Oriente, operando un servizio con frequenza settimanale, e che ha consentito nel corso del 2017 di stabilire il record storico veneziano del traffico container con oltre 611 mila TEU movimentati.

L’impegno dell’Autorità di Sistema Portuale per aumentare la competitività dello scalo portuale trova concretezza grazie alla collaborazione costante con la Capitaneria di Porto di Venezia e alla preziosa attività della Corporazione Piloti Estuario Veneto, che ha permesso di rafforzare il rapporto con operatori privati di primaria importanza.

“A partire dal mio insediamento” – dichiara Pino Musolino, Presidente dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Adriatico Settentrionale – “è stata avviata un’analisi accurata delle esigenze infrastrutturali del Porto di Venezia per individuare le criticità da risolvere e, di conseguenza, procedere con gli interventi più urgenti. L’escavo del Bacino di Evoluzione n.3 è uno di questi. Con questo intervento è stato possibile aumentare sensibilmente la competitività dello scalo. Naturalmente raggiungere tale risultato non sarebbe stato possibile senza una costante interlocuzione con i soggetti, pubblici e privati, che determinano lo sviluppo portuale. In tal senso intendo ringraziare CMA-CGM per aver confermato il proprio interesse nei confronti del nostro scalo e l’Ammiraglio Pietro Pellizzari, al vertice della Capitaneria del Porto di Venezia da pochi giorni, per aver certificato tempestivamente, tramite specifica ordinanza, il buon lavoro svolto dall’Autorità di Sistema Portuale”.

“Il tema dell’accessibilità nautica del porto rappresenta un elemento imprescindibile non solo sul piano commerciale ma anche, e segnatamente, per quanto riguarda le attribuzioni dell’Autorità Marittima in relazione all’obiettivo di implementare contestualmente il gradiente di sicurezza della navigazione” ­– dichiara l’Ammiraglio Pietro Pellizzari, Comandante Capitaneria di Porto do Venezia. L’escavo del Bacino di Evoluzione n.3 consente ora l’accesso in canale ovest di unità di maggiori dimensioni secondo una regolamentazione tecnica elaborata dalla Capitanerie di porto che ne definisce la cornice di sicurezza secondo specifici limiti.  Il risultato oggi raggiunto è parte di un più ampio disegno di sviluppo dell’operatività portuale alla base del quale risulta fondamentale la proficua e costante sinergia tra tutti i soggetti istituzionali coinvolti con l’obiettivo di confermare alti livelli di “affidabilità” del sistema porto in termini di sicurezza. In questo scenario sarà sempre più rilevante, parallelamente allo sviluppo infrastrutturale, valorizzare il veloce upgrade tecnologico nei sistemi di ausilio alla navigazione e nel monitoraggio del traffico per il valore aggiunto che gli stessi potranno produrre in termini di safety.”

“Venezia è un porto fondamentale nella rotazione del servizio diretto per il Far East di CMA CGM anche in considerazione della vocazione all’export del Made in Italy” dichiara Paolo Lo Bianco, Amministratore Delegato  di CMA CGM Italy. “Salutiamo quindi con grande soddisfazione gli interventi per migliorare l’accessibilità nautica che consentiranno da oggi in avanti di servire il Porto di Venezia con navi in grado di trasportare sino a 8500 TEU. In tal senso CMA CGM intende ringraziare l’Autorità di Sistema Portuale, interlocutore essenziale e affidabile per le azioni svolte sinora e per il risultato ottenuto nello sviluppo del settore container”.

Tra i principali interventi di infrastrutturazione e manutenzione in corso nel porto di Venezia, si segnalano anche:

La realizzazione di circa 700 m di banchina sulla sponda ovest del Canale Industriale Ovest con rimozione dei pontili esistenti e arretramento della sponda per un costo complessivo di circa 12 mln di euro. L’intervento avrà valenza di recupero ambientale e permetterà l’accosto di navi destinate a Grandi Molini e Cereal Docks con capacità maggiori rispetto alle attuali. E’ previsto l’escavo e la rimozione di 98 mila mc di sedimenti.

L’adeguamento della Banchina Emilia (Porto Commerciale – Sezione di Marghera Molo B) che prevede il ripristino e la valorizzazione di 185 m di banchina, ad oggi compromessa, con ricadute in termini di recupero ambientale. Il costo dell’opera è di circa 9,7 mln di euro.

Sono attualmente in programma i seguenti interventi di escavo da realizzare tra il 2018 e il 2019:

Escavo di un’area lungo il canale Malamocco Marghera a ridosso dell’Isola delle Tresse alla quota prevista dal Piano Regolatore Portuale. Si tratta di un intervento complementare all’adeguamento del Bacino di Evoluzione n.3.

L’escavo a quota -8,5 m di un tratto in ingresso al Canale Industriale Nord per agevolare l’entrata e l’uscita delle navi dirette allo stabilimento Fincantieri.

L’escavo a quota -10,8 m della darsena Canale Industriale Sud in corrispondenza dell’accosto San Marco Petroli SMPET 1S, intervento utile per permettere di aumentare il pescaggio e la lunghezza dell’ormeggio.

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