Volvo Ocean Race: Lotta all’ultimo zefiro

Sulla prua della flotta ci sono le 400 miglia di vento leggero dell’ampio golfo che si estende fino a sud della Nuova Calendonia, e che sta rallentando il procedere verso la Nuova Zelanda, quando si entra nel 14 giorno della sesta tappa. La linea del traguardo di Auckland dista ancora più di 1.500 miglia e secondo le ultime previsioni meteo, non ci sono grandi speranze che il vento rifaccia la sua comparsa a breve.

Oltre a dover combattere contro gli elementi, la bonaccia e il caldo soffocante, le battaglie si sono trasformate in duelli con le sei barche suddivise in tre coppie, ossia dei veri e propri match race oceanici.Team Sun Hung Kai/Scallywag e team AkzoNobel continuano a guidare la carica a sud, con Turn the Tide on Plastic e Team Brunel – con i due italiani Francesca Clapcich e Alberto Bolzan- a lottare metro su metro a una cinquantina di miglia più a nord-est, ma solo una ventina di miglia rispetto al traguardo. Un posizionamento orientale che potrebbe diventare decisivo nei prossimi giorni.

Cinquanta miglia più a sud, e 75 miglia alle spalle dei leader, MAPFRE e Dongfeng Race Team proseguono alla ricerca di un ritorno, distanziati di meno di 1.800 metri. Le condizioni sono faticose e la mancanza di vento ha anche un effetto sulla stanchezza mentale dei velisti, che sono costretti a cercare una rotta che possa garantire anche il minimo vantaggio in termini di velocità rispetto agli avversari.

“E dura, va a momenti.” Dice David Witt, skipper di Team Sun Hung Kai/Scallywag, che è riuscito a superare AkzoNobel e a prendere la prima piazza. “Ci sono ancora due giorni così, non credo che dormiremo molto.” La causa dell’enorme bolla di bonaccia è una profonda tempesta, Gita, che attualmente sta colpendo l’isola sud della Nuova Zelanda e che ha bloccato gli alisei, dando vita a Doldrum di proporzioni epiche. Ai team non resta altro che sperare di trovare la rotta migliore verso sud, approfittando dei venti locali, e incrociare le dita.

L’incertezza e la frustrazione è di tutti…

“Sembra che stiamo correndo tre match race, non siamo sicuri di chi sta correndo le finali, le semifinali o chi corre per la medaglia di legno.” Ha detto scherzosamente la skipper di Turn the Tide on Plastic, Dee Caffari. Il suo collega Bouwe Bekking, dalla vicina Team Brunel, ha aggiunto: “A volte pensiamo che il nostro sia lo sport più bello, ma in giornate come questa credo che la maggioranza dei velisti pensi anche che sia lo sport più stupido del mondo.”

A molto parziale consolazione, i team non sono soli nella battaglia contro la bonaccia, la zona è così ampia che ha inghiottito tutte e sei le barche. “Fin dalla partenza siamo stati insieme a Dongfeng, e oggi è ancora così, siamo a un miglio l’uno dall’altro.” Ha spiegato lo skipper di MAPFRE Xabi Fernández. “Questa mattina abbiamo avuto un po’ di nuvole e abbiamo perso circa quattro miglia ma ora siamo tornati sotto. E’ molto difficile passarli e per loro è dura passare noi. Almeno ci facciamo compagnia.”

La chiave per la salvezza sarà entrare nel nuovo vento per primi, ma quale coppia lo troverà per primo resta ancora da vedere.

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