Conclusi i lavori di manutenzione e riposizionata la piattaforma del CNR

Una struttura unica nel Mediterraneo, sentinella del mare veneziano e punto di riferimento della rete di monitoraggio LTER sui cambiamenti climatici.

Si è conclusa questa mattina con successo la parte fondamentale delle operazioni di refitting della piattaforma oceanografica Acqua Alta dell’Istituto di scienze marine del Consiglio nazionale delle ricerche (Ismar-Cnr) di Venezia. La piattaforma, nata nel 1970, è stata sottoposta a una complessa operazione di consolidamento della parte sommersa e di sostituzione dei moduli, che ha consentito l’adeguamento degli alloggi e degli spazi interni e un innalzamento di circa 2 metri s.l.m. che permetterà di migliorare le osservazioni e di aumentare la sicurezza rispetto a eventi marini estremi. Il refit ha avuto un costo complessivo di circa un milione di euro.

“La piattaforma era stata smontata nelle scorse settimane e in giornata odierna è stata eseguito il riposizionamento: dopo le operazioni di saldatura, quindi, la struttura potrà riprendere pienamente le attività”, spiega il direttore dell’Ismar-Cnr Mauro Sclavo. “Durante questa pausa Ismar-Cnr ha posizionato una boa che assicura la continuità delle misure fisiche e oceanografiche eseguite. Acqua Alta è infatti a tutti gli effetti una stazione scientifica che consente di rilevare parametri essenziali per l’osservazione ecologico-ambientale dell’Alto Adriatico, quali quelli atmosferici (temperatura, pressione, umidità, vento, piovosità a livello atmosferico), marini (temperatura, salinità, torbidità, ossigeno, pH a livello di marea, altezza, direzione e periodo delle onde e intensità e direzione della corrente a vari livelli) e biologici (popolamenti ittici, di plancton, meduse e mucillagini). Il rilievo scientifico di questa struttura è attestato dalle oltre 150 pubblicazioni prodotte, da due brevetti e dalla partecipazione alla rete LTER con i più importanti siti di rilevamento del cambiamento climatico a livello globale”.

 

La piattaforma svolge inoltre una funzione essenziale di ‘sentinella del mare’, consentendo di rilevare maree di potenziale pericolo per Venezia con un anticipo di oltre 20 minuti rispetto alla costa e alla città. Non a caso, la creazione di Acqua Alta avvenne proprio a seguito di un disastroso evento alluvionale che colpì Venezia il 4 novembre 1966. La piattaforma ha un’altezza di oltre 15 metri emersi, per un peso complessivo di circa 80 tonnellate, poggia su un fondale di 16 metri, comprende laboratori e strumentazioni tecniche e può ospitare fino a 12 persone su base giornaliera e fino a 5 per permanenze di più giorni . È l’unica struttura di questo tipo in tutto il Mediterraneo e una delle pochissime, meno di dieci, al mondo.

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