1995-2015: vent’anni di attività subacquea della Guardia Costiera

Salvaguardia della vita umana in mare, ma anche difesa dell’ambiente e dell’ecosistema marino e tutela delle risorse ittiche e dei beni archeologici sommersi. Questi in sintesi i principali compiti a cui sono chiamati ogni giorno i sub della Guardia costiera, che quest’anno raggiungono l’importante traguardo dei vent’anni di attività. A partire dal 1995, quando a San Benedetto del Tronto veniva istituito il primo nucleo Sub della Guardia costiera, i sommozzatori del Corpo hanno operato in diversi e delicati contesti.

Tra i più noti ricordiamo l’evento della Costa Concordia, con i sub della Guardia costiera impegnati nella difficile ricerca dei naufraghi, nel monitoraggio anti-inquinamento e nella messa in sicurezza del relitto, oltre alle attività di soccorso ai migranti nel Canale di Sicilia. In campo ambientale da ricordare l’eccezionale salvataggio di un branco di capodogli rimasti impigliati nell’agosto del 2004 in una rete a circa 50 miglia al traverso di Palinuro: ormai in procinto di morire, la maggior parte dei cetacei riusciva a recuperare il largo grazie al coraggio e alla determinazione dei sub della Guardia costiera. Professionalità e senso del dovere che fanno della componente subacquea un’eccellenza del Corpo, in passato impegnata anche all’estero e in particolare nell’operazione ambientale “Bahar” (mare in arabo), sul versante libanese del Mediterraneo. Qui, nel 2006, i sub della Guardia costiera contribuirono al disinquinamento di una vasta area marina colpita da una marea nera di olio combustibile, stimata in oltre 22.000 tonnellate, riversatasi in mare a seguito del bombardamento della centrale elettrica di Jieh, a sud di Beirut.
Tra le principali attività di polizia marittima condotte dalla componente subacquea rientrano la repressione degli abusi demaniali e il contrasto alla pesca illegale; in particolare in Campania, dove il nucleo sub è impegnato nella lotta al fenomeno delle reti abusive e a quello della pesca dei datteri di mare, che rappresentano una costante minaccia per il patrimonio ambientale costiero. A tutto ciò si aggiungono la vigilanza sulle Aree marine protette e le campagne di ricerca archeologica, spesso svolte a fianco di Enti e ricercatori e a sostegno di progetti universitari: nel 2008, lungo le coste messinesi, i sub portarono alla luce il rostro di una nave romana, che per il suo valore scientifico e per la tipologia di nave a cui è appartenuto, rappresenta una delle più importanti e recenti scoperte in campo storico-marittimo.


Oggi la componente subacquea si avvale di 5 nuclei operativi distribuiti su tutto il territorio: San Benedetto del Tronto, Napoli, Messina, Cagliari e Genova, dove lavora personale specializzato in possesso di particolari doti psicofisiche. Lo scorso 7 dicembre i rappresentanti dei 5 nuclei sub della Guardia costiera, durante attività addestrativa, si sono incontrati nelle acque prospicienti Numana, nella giurisdizione della Direzione Marittima di Ancona, per deporre sul fondale una targa commemorativa a ricordo del ventennale.

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