Da Capo Horn all’Antartide: Racconto di un avventura ai confini del mondo

Si è svolto giovedì 20 Febbraio l’incontro organizzato dal Circolo Velico “Il Porto di Mare” che ha visto protagonista il socio Filippo Belloni. Una serata ricca di emozioni, nella quale lo stesso Belloni ha raccontato la sua esperienza nel continente più meridionale della Terra. Dalle tempeste del “Capo” più tristemente famoso,lungo i 1000 km dello stretto di Drake, alla magica purezza del continente di ghiaccio. Ventotto giorni di mare, di forti emozioni, di natura selvaggia e incontaminata, paurosa e affascinante

Di seguito un pensiero di Belloni rivolto alla potenza della natura che ci circonda:

Il difficile e bellissimo rapporto che l’uomo ha col mare e con la sua barca.
La consapevole umiltà che deve avere il piccolo umano di fronte a Sua Maestà il Mare.
E’ un rapporto difficile perché devi amare la tua barca, conoscerne i pregi e soprattutto i difetti. Ma la barca la devi saper dominare : sai cosa chiederle e cosa pretendere da lei.
Tu l’hai preparata. Tu ti fidi di lei. E lei dovrà rispondere alle tue aspettative.
Ma la devi amare e la devi curare, perché è lei che ti tiene salva la vita.

Invece Sua Maestà il Mare deve essere sempre temuto. Sempre rispettato.
La sua forza è mille e mille volte più grande della tua.
Non lo dovrai sfidare mai. Non devi combatterlo, non lo devi attaccare, ma solo difenderti.
E’ li che prende significato il rispetto che devi avere per Lui. Se ti sei preparato, e hai preparato la tua barca, riuscirai a sopportare i suoi colpi.

E così anche Lui ti rispetterà, e ti consentirà di tornare a casa.
Il più grande alleato del marinaio è proprio la paura. Il timore di perdere la vita.
Se ne sarai consapevole, preparerai te stesso e preparerai la tua barca. E quando sarai in mezzo alla tempesta, la paura terrà i tuoi sensi tesi al massimo, la tua testa concentrata, il tuo cuore forte e determinato.
Saprai cosa fare, e utilizzerai tutte le tue risorse con la mente lucida; e le tue braccia saranno forti come non mai.
Se non è così, arriva il panico. La paura incontrollata. La mente si annebbia e non sai cosa fare. La tua salvezza è nelle mani solo della fortuna.
Ci vuole carattere e senso di responsabilità. Verso te stesso, e anche verso i tuoi compagni a bordo.

Uno solo è il Comandante, ma tutti o quasi tutti dovrebbero essere in grado di assumere il comando. Quasi un’utopia. Ma è una situazione meno rara di quanto si possa pensare.

Dopo tanti anni di mare, e dopo tanti libri letti, non posso credere che un amante del mare e della vela non abbia mai avuto un pensiero, un sogno, o l’idea di andare a vedere di persona cosa è mai il famigerato CAPO HORN.
Il suo mare, lo Stretto di Drake, è il luogo con il meteo più brutto che si possa immaginare. Le Pilot-Chart inglesi dicono che in quella zona sono previsti 300 giorni di tempesta all’anno.
Tempesta, burrasca, chiamatela come volete; tanto vento e onde immense, pioggia gelata, grandine, e un freddo e un umido terribile.
Qui, spesso, la natura si scatena. Senza limiti. Ben oltre la nostra immaginazione. L’anemometro è fisso a fondo-scala, almeno finché l’ennesima “scuffia” non lo strappa via dalla testa dell’albero.
Le onde arrivano e frangono in coperta, ti avvolgono e senti la forza dell’acqua che vuole trascinarti via.
Senti le cinghie di sicurezza che si tendono, ti stringono fino a farti male, e tu le benedici ogni volta.
Stai soffrendo e combatti a denti stretti, ma, in fondo, sei felice di essere li …

Filippo Belloni

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